La psicoterapia della Gestalt è stata fondata da Fritz Perls che, partendo dalla psicoanalisi, ha costruito questo approccio basato sulla fenomenologia e sull’esistenzialismo. Il modello della psicoterapia della gestalt non aderisce al modello medico di “cura” di sintomi o di malattie, al contrario si propone di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la riscoperta delle risorse personali. Questo permette al cliente, attraverso la relazione con il terapeuta, di passare dal sostegno (esterno) all’auto-sostegno, di sentirsi libero di scegliere ciò che è meglio per la propria vita.
L’individuo, fondamentalmente, porta in terapia la propria difficoltà di vivere ed è visto, in un'ottica olistica, come un organismo in continua tensione dialettica, sempre e costantemente oscillante tra molteplici bisogni e spinte biologiche, psicologiche e sociali.
Perls afferma che “tutta la vita è caratterizzata da questo gioco costante di equilibrio e squilibrio all’interno dell’organismo”. Ogni nuovo bisogno scuote l’equilibrio preesistente, per cui il processo omeostatico lavora continuamente. Il disagio insorge quando il processo omeostatico fallisce e l’organismo rimane troppo a lungo in uno stato di squilibrio. Infatti, la tendenza dell’organismo è quella di autoregolarsi disciplinando l’emergere dei bisogni attraverso un meccanismo di figura – sfondo. La prevalenza di un bisogno sull’altro è determinata dal fatto che l’organismo umano si può sviluppare unicamente in relazione all’ambiente. Ciò significa che un bisogno tende a prevalere in relazione alla situazione in atto.
L’intervento terapeutico, che nelle sue tecniche utilizza il concetto di figura-sfondo, si basa sul qui e ora perché l’unico potere che abbiamo è sul presente e sul nostro comportamento, né passato né futuro possono essere modificati. Si tratta di un percorso di consapevolezza e di presa in carico della propria vita, quindi del proprio benessere.
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